Tutto torna

...purtroppo per voi.


PIKU
Lungomare Poetto - Quartu S.Elena (subito dopo l'Arena...)
Mercoledi 16 Luglio dalle 22,30
FOXI & HERNY + guests DJ SET
jazz soul funk brazilian afro reggae no wave and modern beats




Tutto torna. Anche la peggiore musica anni 80. Quest'estate i venerdi del Neptune hanno contribuito a riportare i gusti musicali dei cagliaritani indietro di trent 'anni. Non che ci volesse molto.
Ogni fine settimana la meglio mezza età (ex gioventù) cittadina, formata da donne velleitarie ed aggressive che per una sera, al sicuro dalla concorrenza sleale di statuarie ventenni, sfoggiano un'arroganza ferilliana da "so' ancora un gran pezzo de figa...", e uomini che, a dispetto di stempiature evidenti e camicie sagomate su fisici patetici, ostentano una sicurezza posticcia da "vai che stasera si chiava..." (previsione puntualmente destinata ad essere smentita...), si riversa in massa nel popolare chiosco del Poetto nella speranza di rinverdire i fasti di lontane serate a Capo Blu.

Per favorire gli accoppiamenti tra queste due specie in via di estinzione, quella vecchia volpe del dj, ogni due o tre pezzi, infila un agghiacciante lento da festa delle medie (tipo "On my own" di Nikka Costa). Il resto è tutta la musica che speravate di esservi definitivamente lasciati alle spalle dopo la nefasta e interminabile serie di compilation "One Shot 80's" di sette anni fa.
Ma come dicevamo all'inizio, tutto torna. E nel caso di Cagliari con sette anni di ritardo.
Insomma il Neptune è diventato il regno del quarantenne malinconico medio (Zasso) che si abbandona a ricordi inutili (e probabilmente falsi) sulle note di Albachiara, mimando con gli occhi socchiusi l'assolo di chitarra finale, ("questa mi ricorda una tipa spettacolare che mi svisava fisso al Planetarium..") o cerca di millantare in maniera maldestra approssimative nozioni musicali ("questa è la spettacolare versione di Go West dei Kiss (???), ho riconosciuto l'inconfondibile voce del cantante...").
Ma questa volta Giulio è in buona compagnia, perché l'incipit di qualunque merdoso motivetto provoca nella folla festante un moto di entusiasmo immotivato.
Perchè la cosa peggiore al Neptune in realtà non è la musica come si potrebbe pensare. Come disse una volta Vaime a proposito del pubblico del Bagaglino, "La cosa peggiore è la gente. Si diverte davvero".
Si replica la domenica con (cito testualmente) "la simpatica iniziativa dell'aperitivo musicale in compagnia di Sandro Murru...dalle 17 musica in spiaggia e tutti in pareo a ballare sui lettini, sempre s'intende nel rispetto della natura..." Che poi se uno ci pensa un attimo, a parte l'appello ecologista finale messo lì un pò a cazzo di cane, che gusto c'è a ballare sui lettini con un caldo disumano? E' scomodo, antigienico e privo di senso.

Ma c'è una forma di revival ancora più spegevole di quella appena descritta. Il revival di sè stessi. Ovvero l'autoreferenziale teatrino che andrà in scena mercoledì al PIKU (il chiosco del nostro amico Zimbra) ad opera dell'oscuro personaggio un tempo noto come dj Foxi.

Sono passati appena sei mesi da quando, nel sollievo generale, aveva promesso di abbandonare definitivamente il mixer, e da allora (al solo scopo di alleviare il priapismo incipiente da cui è afflitto) ha fatto in tempo a riciclarsi in artista materico (i palazzi, le pecore, l'albero della vita...), fotografo minimalista (snervanti pause di mezz'ora per fotografare il dettaglio di un semaforo o un cerchione d'auto a New York...), chef specializzato in piatti fusion (decine di malcapitate avvelenate dalla collaudata ricetta "pennette gorgonzola e pere", piatto forte di equivoche cene a due in quel di Foxi...), ma soprattutto ballerino.
E qui aprireri una parentesi.
E' una domenica di maggio a New York. Herny insiste per andare a una serata di musica brasiliana in un localino off di Brooklyn. Foxi si fa pregare. Non so, sono un pò stanco, vabbè andiamo ma stiamo solo venti minuti. Traduzione: la serata si concluderà come minimo all'alba del giorno dopo. E infatti Foxi, all'apparizione del primo essere di sesso femminile riconoscibile come tale, si trasforma da innocuo Mr. Hyde in spietato Dr. Jekyll, lanciandosi in una delle peggiori performance a cui mi sia mai capitato di assistere. Per attirare l'attenzione della giovane donna (tale Jessica del Minnesota) inizia una serie di balletti assurdi chiaramente ispirati al "Gioca Jouer" di Claudio Cecchetto. Ma le vecchie e scontate figure tipo nuotare, camminare, capelli, autostop etc. sono reinterpretate da Foxi con una fantasia e una mancanza di senso del ridicolo da far rabbrividire. Solo per citarne alcune tra le più sciagurate: "ascelle" (Foxi, dopo essersi odorato rispettivamente l'ascella destra e quella sinistra, simula uno svenimento in pista...), "du' spaghi" (Foxi con due dita finge di arrotolare dei fantomatici bucatini...), "frittata" (Foxi ne mima meticolosamente la preparazione dall'inizio alla fine...), "fiatella" (Foxi testa il proprio alito facendo una conchetta con le mani per poi mostrarsi non troppo soddisfatto del risultato...).

Incredibilmente, battendo l'agguerrita concorrenza di un porter-boy messicano alto un metro e trenta, riesce a spuntarla.
Jessica si rivela una versione di Foxi al femminile e a quel punto la ripugnante hit di Cecchetto riveduta e corretta, si trasforma in un perverso gioco a due.
Ancora oggi faccio fatica a liberarmi dell'immagine raccapricciante della tipa al centro della pista che finge di recuperare un grosso pesce, manovrando una canna e un mulinello immaginari, mentre Foxi le si avvicina col collo allungato e un dito in bocca a mo' di amo...Sembra fatta ma poi evidentemente l'effetto delle droghe pesanti assunte da Jessica nel corso della serata svanisce. Anche Jessica svanisce, e a Foxi non rimane che sfogare tutta la sua frustrazione contro l'incolpevole Herny "mi hai mollato senza neanche dirmi ciao...io non lo avrei mai fatto perché per me l'amicizia è un valore importante...pezzo di merda...non mi hai nemmeno tenuto la porta mentre cagavo...".
Nel frattempo Luca e Giorgia, costretti ad un'insonnia forzata a causa delle urla disumane, giurano che mai più offriranno ospitalità a questi due poveri coglioni.
Lo sconforto dura solo il tempo di una notte, perché il giorno dopo Foxi è di nuovo in pista a recitare ad una promettente stagista del Whitney Museum, baby-sitter part-time per una famiglia di riccastri newyorkesi, una delle sue parti preferite: quella del ragazzo complicato schiacciato dalle responsabilità.

Tutto quello che rimedierà sarà una lezione di karate agli ordini di una bambina ricca e viziata abituata a ottenere sempre ciò che vuole (come da foto).



Esaurita con un poco credibile "penso che mi dedicherò seriamente allo studio di uno strumento..." l' ultima disperata carta che gli restava da giocare per rendersi interessante, Foxi si ricicla nell'originaria veste di dj in compagnia dell'immancabile Herny e di tutta la corte dei miracoli che ci ha accompagnato in questi anni di onorata carriera: dj Tiuva, Giorgio Rock, dj Grace etc.

Non potete assolutamente perdervelo. Partecipate e diffondete tra amici e conoscenti.