Who's afraid of P.C.?

Dello stesso autore esistevano anche pamphlet contro Foxi, Tolu e Truzzu che non trovo più.

CAFETA'
Via San Benedetto 84/86 (all'interno di Primafila)
Sabato 7 maggio


l'ennesimo ripetitivo F&D dj set
jazz funk soul afro bossa latin etc etc.

Visto che sull'insegna c'è scritto caffè letterario...
Da qualche settimana non si parla d'altro. Per alcuni è il nuovo enfant prodige della scena letteraria cagliaritana. Per altri (Truzzu ndr) uno scribacchino da quattro soldi che si limita a scopiazzare dal libro delle citazioni. Ma sul suo rancoroso giudizio pesa sicuramente il fatto che sia più magro di lui (come chiunque altro d'altronde a parte, forse, Alias).
Altri ancora come Zasso non capiscono bene quello che scrive perchè ci sono troppe parole difficili e lui non riesce ad impararne più di una al mese. Maggio, per esempio, si è aperto all'insegna dell'aggettivo "settario". Durante l'ultima edizione di "Griglie aperte", annuale ritrovo radical-giornalist-chic nella sobria residenza di campagna di DJ Foxi, Zasso ne ha fatto ampio e disinvolto uso: l'articolo del GdS sui gaggi alla fiera? "Settario", il porchetto? "Buono...ma un pò settario", il vino rosso di proprietà che accompagnava le pietanze? "Corposo dal retrogusto settario" e così via.
D'altra parte cosa ci si può aspettare da un uomo che nei suoi articoli si è inventato la metafora "...un ritiro tutto sudore e Sparta..." e ha iniziato un romanzo dal titolo provvisorio "Le ragazze di Cagliari quelle che credono di avercela solo loro" (c'è chi pagherebbe qualunque cifra per mettere le mani sulle bozze, me compreso).
Ma torniamo senza divagare alla nostra eclatante scoperta, a quasi un anno di distanza dal concorso "se lo scrivevi magari vincevi".
Lui non si è limitato a scrivere un invito come avevamo auspicato. Si è cimentato in un progetto molto più ambizioso. Un'opera monumentale, l'affresco di un epoca, la saga di una generazione attraverso una galleria di ritratti dei protagonisti.
Poco importa che questa Oriana Fallaci di Su Planu (che non vive in un attico a Manhattan ma in un bilocale di Mulinu Becciu) ci abbia scambiati per immigrati islamici trasformandoci nei bersagli delle sue feroci invettive. La forma nel suo caso supera il contenuto, e in essa ci è parso di riconoscere del vero talento.
Volendo essere cattivi gli si potrebbe far notare che per colpirci ha scelto proprio il momento giusto: dov'era la sua vis polemica quando, star di punta del Jazzabuglio, avremmo potuto incaricare un fan anarco-insurrezionalista di incendiargli la Punto con una molotov, o quando, temutissimi dj resident della Paillote, comodamente adagiati sui divanetti dell'area vip con un semplice cenno del capo (alla Scarface-Tony Montana-Pacino, da pronunciarsi "pasino" alla Truzzu) avremmo potuto ordinare a due balordi di andare sotto casa a sbriciolargli le ginocchia a sprangate?
Troppo facile prenderci di mira adesso che ci siamo ridotti a suonare in un improbabile bar tra insalatiere di pasta fredda ai sottaceti rancidi e pupazzi di Goldrake a grandezza naturale.
Per non parlare di Foxi che, pressato dai creditori, si è dovuto abassare per pochi Euro a squallide marchette ai free drink del Baraguà aprendo le serate al fianco di un vocalist decerebrato che urlava al microfono "FEEL THE MUZIK...FEEL THE VIBEZ!".
Alla fine abbiamo deciso di non considerare il suo j'accuse un'inutile e vile dimostrazione di forza alla Costanzo contro di noi, bensì un omaggio tardivo al nostro successo di un tempo. Una rivalutazione postuma di due personaggi francamente patetici. D'altronde dopo la nostra ultima tristissima performance per farci notare non ci è rimasto che bestemmiare durante un DJ set alla stregua di una qualunque pseudo celebrità da reality show o di Nicola Belillo durante una partita di calcetto.
Su una cosa ha sicuramente ragione: ormai le nostre serate sono diventate la foglia di fico per scrivere queste quattro cazzate.

Pubblichiamo in esclusiva le prime pagine di questo cult metropolitano ancora senza titolo.

Ma prima una breve biografia dell'autore:

P.C. nasce a Roma, per puro caso, nella torrida estate del 1966.
Negli anni '80 si guadagna da vivere sbarcando il lunario come sosia di George Michael in comparsate mal pagate nelle peggiori discoteche della Costa Brava.
Negli anni '90 si dedica al bracconaggio e cattura con trappole al vischio un numero spropositato di uccellini appartenenti a varie specie in via d'estinzione.
Ma la tragedia è in agguato: una notte la sua UNO si incendia per autocombustione e i gas venefici sprigionati dal rogo soffocano gli amati volatili, sterminandoli.
Questo episodio doloroso lo fa precipitare in un baratro di disperazione che lo porta a frequentare esclusivamente la boheme cagliaritana: pittrici, registi, poeti, attori e commercialisti.
E' docente di educazione civica ed economia domestica presso un istituto professionale per minorenni ottusi e violenti in provincia di Cagliari, attività che svolge con lo stesso entusiasmo con cui ci si applica una crema antiemorroidale.
I temi ricorrenti della sua opera sono la sistematica distruzione degli ex fidanzati della sua ex fidanzata e...basta.
Fino a poco tempo ignorava che tra questi ci fosse anche Alessio Alias. Quando lo ha saputo ha tentato il suicidio (come dargli torto...).
Ha già tentato di avvelenarmi durante una cena a casa sua. Probabilmente ci proverà di nuovo.

Ed ora quello che tutti stavate aspettando (gli omissis tipo rapporto della commissione USA sull'uccisione di Calipari mi sono stati imposti dall'autore, ossessionato dall'idea di ripercussioni legali nei suoi confronti...)

CAPITOLO I

Il Luttazzi di Genneruxi (dj Daddy).


Come sempre, dopo un breve oblio concomitante con la chiusura dei bilanci aziendali, e che aveva lasciato sperare in un dignitoso ritiro dalla ribalta della (messin)scena musical-fancazzista di Cagliari, le mail indesiderate del più autoreferenziale e settario dei dj resident - o come minchia si fa chiamare lui quando "fugge se stesso in altri se stessi ancora più inquietanti" - sono tornate a infestare la nostra posta elettronica, preannunciando, tra ibridazioni fotografiche di Dijalma Santos con la testa di un avvocato e una compiaciuta-finta-autoironia, l'ennesimo tiratissimo sequel della serie "tempo che passa, identità che resta"; ovvero: l'equivalente di "Fantozzi in paradiso" per Neri Parenti. Ingredienti base di questa collaudata formula a prova di sofisticati sistemi di Autoprotect Symanthec sono quelli di uno che, quando al ginnasio ha sentito dire che tutto è già stato scritto e possiamo solo ripetere con parole nuove le solite cose, ha fatto della sua vita l'impegno a dimostrare l'assoluta verità del concetto. In pratica un clone maschile di Guia Soncini che gira e rigira ripete in ogni articolo quanto in certi giorni sia lecito a una donna sentirsi di merda.Si dirà: che male c'è? Nessuno scandalo, per carità: intento lodevole. Se ogni pretesa di originalità è illusoria a questo mondo, se il coraggio è la sola virtù che rende nobile la sconfitta, anche a dj Daddy, figura ambigua di intellettuale-servo alla Michel Piccoli, con le sue grossolanità affettive e quei compromessi inevitabili al banco dei pegni del socialmente adeguato, si deve una possibilità di riscatto. Il fatto è che dj Daddy è un vanitoso impostore: dissimula la civetteria delle sue ingiustificate ambizioni di opinionista da salotto attraverso la montatura mediatica di una sarabanda musicale per intenditori. Un po' come quei nobili decaduti alla Lillo Ruspoli, che in seconda serata parlano alla tv del loro sentirsi da sempre e soprattutto dei "contadini", nonostante l'apparire e il savoir vivre, e poi chiedono di essere ricordati nella lapide semplicemente come produttori di vino.E passi per tanto snobismo. Dj Daddy, ex enfant prodige della scuderia di commercialisti di ...omissis..., non vuole rubare il fuoco agli dei per farne dono ai cagliaritani: a lui basta fregare, che so, la puzza da sotto il naso, il latte alle ginocchia, il pelo dallo stomaco o la sveglia al collo per andare in giro a testa alta tra i suoi pari. Ma il modo in cui lo fa...Feticista impenitente, indossa i suoi finimenti da "ragazzo interrotto" e, spalleggiato da improvvisati Sancho Panza, scatena la sua identità parallela da Aldo Grasso di provincia contro gli idoli polemici di una vita: il cialtronismo alla Sordi, la beceragine alla Banfi, l'omofobia testaccina alla Mario Brega, l'insulsaggine del Ministro Gasparri; archetipi, questi, insieme ad altri tecnico-musicali (francamente irrilevanti), che segnano in modo vivido la sua retorica. Come i Veda filtrano immutati attraverso quelle eternità che sono le pause intercorrenti tra un universo e il successivo, così da rappresentare il modello immutabile di ogni nuova forma, allo stesso modo il canone di dj resident si perpetua, brand indelebile, da un "dj set" all'altro, da una "mail session" alla successiva, moltiplicandone l'immagine come in un gioco di specchi alla Billy Wilder. In ritardo di vent'anni, insieme a Walter Veltroni dj Daddy si iscrive al club degli amanti della commedia all'italiana, dove il rutto e il peto la fanno da padrone nel tentativo di esorcizzare la paura occidentale della morte...Un prodotto a basso costo fatto di spogliatoi femminili violati, di fica a triangolo isoscele come non se ne vedono più in giro, di facezie virili su "preti e grossi seni" da cricca di squadristi, figlia illegittima del peggior Fellini, e che comunque...castigat ridendo mores. Simile all'ex marine disadattato di un film di Bogdanovic, dj Daddy si nasconde sopra il sipario di un drive in e prende a sparare sugli spettatori che si sentono al sicuro, nel loro mondo piccino piccino fatto di elettrodomestici acquistati a interessi zero, di pop corn e baci lascivi consumati al riparo dei vetri della Cadillac. Come quel personaggio disturbato, dj Daddy non tollera indulgenza verso le proprie debolezze borghesi. Avvertiva don Vito Corleone: "non importa per me come un uomo si guadagna da vivere, ma la droga no, la droga è sporca, davanti alle scuole non ce la voglio". Anche per dj Daddy e così, un buon lavoro è un buon lavoro, il realismo prima di tutto. Bisogna però sempre espiarne la colpa, non andarne fieri. Da ex esperino con cabina al Lido e che al liceo ha fatto un anno negli USA, interviene col seguente duplice proposito: sfogarsi dopo una giornata pesante in studio e rieducare gli altri alla sobrietà senechiana, all'understatement dell'orologio-gadget di un farmaco per le emorroidi esibito con noncuranza in spregio del senso piccolo-borghese della decenza. Il suo motto di libero professionista felicemente sposato con una donna dall'incantevole aspetto preraffaellita, che non merita e che lo distingue da Puff Daddy, dal quale ha scopiazzato banalmente il nome d'arte, è: "nè con lo Stato nè con le Pierre". Oggetti, simboli, oggetti-simbolo: c'è in dj Daddy una suggestione quasi ipnotica, si direbbe un maleficio degli oggetti, un loro fanatico nominalismo che lo rende comunque diverso dai manichini della vetrina di Vela Shop, santuario riconosciuto del prendersi troppo sul serio (si veda, per tutti: ...omissis..., "psicopatologia dell'abbigliamento"). Trasformato dalla fata turchina in un grillo parlante anzichè in un bambino, non è però insensibile alle voci dei suoi ex compagni di avventura, che da Via Rockefeller lo riconoscono e gli gridano ammiccanti: <>. Alcuni di loro li ha riscattati a peso d'oro da Mangiafuoco Diaz - che invece, in un tentativo maldestro di applicare la Tremonti-bis senza chiedere lumi al commercialista, voleva iscriverli a Giurisprudenza - per metterli in vetrina nelle serate autocelebrative dedicate alle sue mail "taglia-e-incolla". A fare le spese della sua furia iconoclasta, protagonisti involontari delle sue salaci invettive, sono in realtà personaggi di secondo piano, figure destinate a restare sullo sfondo di ogni possibile raccontare diverso, e che acquistano, per l'alchimia della cinepresa immaginaria di dj Daddy, una vitalità insospettabile, nervosamente marionettistica. Un percorso, questo, simile a quello di Velasquez, che alla fine della sua vita non si concentrava più sulle figure in primo piano, ma su ciò che sta in mezzo alle cose definite e primarie, ai margini rispetto al soggetto, insomma.La poetica dell'anticlimax di dj Daddy non è nuova. Ma, se passiamo al microscopio della psicanalisi i vetrini della commedia umana rappresentata da questo Chiambretti senza sorriso, facciamo la seguente sbalorditiva scoperta: esiste identità tra i tropi dell'ordito djdaddyiano e le paure che lui tiene sotto controllo mettendole all'indice nel prossimo.Vediamo allora in rassegna questi characters pirandelliani, funzionali agli intenti didascalici di dj Daddy quanto il balletto dei pinguini alla comprensione del gusto anglosassone per la campagna nel film Mary Poppins. Ovviamente, anche per ragioni legali, parleremo di loro non per come sono, giacché alcuni nemmeno li conosciamo, ma per come vengono fuori dal vivace tratto del moralista-flagellatore dj Daddy. Dj Foxi innanzitutto.

(continua...)



Neomoralisti

La serata all'Alfieri andò a monte a causa della scomparsa di Papa Wojtyla. Fu il suo modo di vendicarsi per quel nostro vecchio fotomontaggio. Così siamo pari.


Questa settimana doppio appuntamento con i dj che non vorreste mai alla vostra festa:

Sabato 2 Aprile al CAFETA’ di Via San Benedetto 84/86 (all’interno di Prima Fila)

Torna a grande richiesta l’appuntamento “metti una sera in videoteca” ovvero la buona musica dove meno te l’aspetti quando meno te l’aspetti.
Si è fatto un gran parlare della scelta coraggiosa di mettere musica al Cafetà. Qualcuno, che con un nome di fantasia chiameremo “the backstabber”, ha insinuato che evidentemente dj Foxi ha un secondo fine mentre per dj Daddy rappresenta l’ennesima occasione di trascurare la moglie e il figlio “e-così-non-si-fa-perché-il-matrimonio-non-è-un-gioco-e-uno-mica-si-sposa-per-finta”.
Sarebbe facile per noi rispondergli che l’ultima volta, dopo aver accompagnato la nipotina in discoteca allo scopo di dare una lasciva sbirciatina alle amichette minorenni, eccitato come un tredicenne si è piazzato davanti alla console dalle nove, ubriaco fradicio. Per l’intera serata non ha fatto altro che biascicare e molestare le sagome in cartone a grandezza naturale delle attrici, mentre a casa lo aspettava (invano) fino a notte fonda la consorte in dolce attesa. Quindi la sua morale del cazzo andasse pure a farla a qualcun altro.
Ma non sarebbe elegante e comunque lontano dal nostro stile, per cui, per questa volta, soprassederemo.
Maldicenze a parte, si respirava proprio una bella atmosfera. Sembrava di essere tornati ai bei vecchi tempi di Frittopoli: tutte (e solo) facce conosciute. Anche perché se per puro caso fosse entrato un estraneo gli sguardi carichi di morbosa curiosità mista a malcelato disprezzo dei presenti lo avrebbero convinto ad allontanarsi immediatamente. Mancava solo Ninni a lamentarsi della musica (“…avete rotto i coglioni con il vostro psico-jazz sperimentale”). Per il resto c’erano proprio tutti: Podda e i suoi inseparabili Dockers elasticizzati, che, abbandonati gli eccessi bulimici di un tempo, si è limitato a spiluccare dodici piatti di insalata di pasta; Nicola Paganelli, che, cercando di battere il proprio record personale di coma etilici consecutivi, ha toccato ancora una volta il fondo facendosi trasportare via di peso dal locale mentre si esibiva in una personalissima versione di “54-46 was my number”; il sempre più inquietante Nanni, un tempo serio e stimato professionista, ormai ambiguo personaggio della Cagliari by night che è riuscito nella non facile impresa di sostituire nell’immaginario collettivo la figura del famigerato Tolu; Giulio Zasso raffinato intellettuale, l’uomo che prende in considerazione solo articoli di Vanity Fair con tempo di lettura stimato non superiore ai quattro minuti, che come sempre ha portato una salutare ventata di cultura (“Andiamo all’Exmà che ci sono i giocatori del Cagliari…”); e soprattutto Maurilio che fino a qualche anno fa terrorizzava le liceali all’uscita di scuola inseguendole con un cane di grossa taglia al guinzaglio e che oggi, sedicente assicuratore, si guadagna da vivere lucrando infime commissioni sui permessi di soggiorno di giovani ragazze dell’est arrivate in Italia con il miraggio di un lavoro rispettabile e una vita migliore.
A mezzanotte e mezzo ci cacciano quindi regolatevi sull’orario di arrivo.
Per chi ancora non fosse soddisfatto, a seguire il consueto free-drink di Dolianova della solita organizzazione a delinquere di stampo cestistico Podda-Peara-Manca. Biglietti d’ingresso 10 Euro (più diritti di prevendita variabili a nostro piacimento) disponibili presso dj “bagarino” Foxi.

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Domenica 3 Aprile al FOYER DEL TEATRO ALFIERI (Via della Pineta) dalle 18,30:

Contaminazioni con un universo a noi completamente estraneo, per non dire ostile: quello della cultura. I due dj convinti che il congiuntivo sia un’infezione oculare e che non leggono libri perché tanto poi esce il film incontrano il meraviglioso mondo del reading. Dopo la performance musical-letteraria di “New thing”, ultimo romanzo di Wu Ming 1, che per essere cinese dicono scriva molto bene in italiano, ci saremo noi sotto lo pseudonimo di Pimp Twins (gemelli papponi) con il dj set “The Payback”: un mix di jazz e funk talmente integralista da far rimpiangere come orecchiabili le mitiche performance di DJ Tiuva al Jazzabuglio (per saperne di più
www.alfieriexpress.info ).
Un occasione da non perdere. Anche voi potrete affermare con orgoglio “non ho letto il libro ma ho visto il reading (e anche il d set)”. In più lo spettacolo è gratis. Data l’affluenza alle precedenti rappresentazioni vi consigliamo di arrivare con un po’ di anticipo.

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Aperitivismo (la provincia dell'impero)

Sempre più in basso, amici ascoltatori.


CAFETA'
Via San Benedetto 84/86 (all'interno di PRIMAFILA)
SABATO 12 MARZO: FOXI & DADDY DJ SET


Dopo le aree VIP (senza l'ombra di un VIP), dopo le oriental room (arredate con i tappeti persiani finti di Emmezeta e il narghilè comprato dagli ambulanti senegalesi), dopo la musica chill out in sottofondo (che crea un'atmosfera come e più del Vecchia Romagna), dopo in nome in lista ovunque (altrimenti resti fuori anche da casa tua), dopo il sushi (rancido) finalmente arriva in città, con circa cinque anni di ritardo, il rito dell'aperitivo.
Spetta a dj Foxi, spregiudicato imprenditore recentemente assurto agli onori delle cronache grazie alle sue spettacolari e goliardiche iniziative di protesta, il merito di aver importato da Milano una moda che rivoluzionerà il modo di intendere il divertimento in città.
Il vulcanico capitano d'industria ha avuto l'illuminazione qualche mese fa, durante un week end milanese organizzato con il nobile scopo di sensibilizzare alcuni importanti personaggi del mondo dello spettacolo sulle sacrosante istanze dei pescatori del cagliaritano al grido di "Free fishing in Teulada". Purtroppo, a causa delle ben note intemperanze ormonali del solito Nicola "Saudade" Paganelli, la manifestazione di protesta è passata in secondo piano rispetto alla brutta storia che lo ha visto ancora una volta protagonista: il sedicente consulente di marketing ha infatti rimediato una denuncia per necrofilia dopo aver rivolto le proprie turpi attenzioni al cadavere di una giovane donna riversa su un divano facendone orrendo scempio.
Tutto ciò non ha comunque impedito al facoltoso grossista di legnami pregiati di cogliere le illimitate potenzialità commerciali del rito dell'aperitivo in una città come Cagliari dove prima delle undici di notte non esce nessuno nemmeno per portare il cane a pisciare.
Ma l'ambizioso magnate del tek si è voluto spingere addirittura oltre: pensando che sarebbe stato scontato realizzare il suo lungimirante e visionario progetto nel solito localino, ha pensato di decontestualizzare l'evento ambientandolo all'interno di una videoteca.
"Cosa c'è di più estremo - si sarà detto - che tenere un dj set caratterizzato da forti suggestioni cinematiche davanti ad un pubblico di uomini di mezza età in tuta da ginnastica in acetato e ciabatte indecisi tra l'affitto dell'ultimo Boldi o un classico di Pieraccioni e quattordicenni foruncolosi che dilapidano la loro paghetta settimanale in manga pornografici su cui sfogare le proprie pulsioni onanistiche tipicamente adolescenziali?".
Nemmeno Andy Wharol ha mai avuto un'intuizione così in anticipo sui suoi tempi.

Sabato dalle 21.00 ci troverete al Cafetà per la nostra prima performance ufficiale del 2005.

Foxi & Daddy dj set: un'ottima scusa per affittare un film porno senza dare troppo nell'occhio.

P.S. Tenendo fede ad una promessa fatta, la serata sarà dedicata a Giampa (our man in Milan) gentiluomo catanese il cui senso dell'ospitalità è inversamente proporzionale a quello dell'orientamento.


Nuovi comici

Il nostro amico Truzzu è convinto di essere un genio fotografico. Ogni tanto però viene colto dai dubbi. E purtroppo si autoconvince di essere un genio comico.

CAFETA'
Via Roma 199
Sabato 11 Dicembre dalle 22,30
ANOTHER FOXI+DADDY DJ SET
jazz-soul-funk-disco-afrobeat-reggae-brasilian and more

Si era parlato di un'unica serata. Per fare un piacere ad un nostro amico che nel frattempo si è reso irreperibile. Misteriosamente scomparso a Barcellona. In ogni caso alle cortesi ma pressanti richieste del management del locale non abbiamo saputo dire di no.
Quindi anche questo sabato ci troverete nella sala superiore del Cafetà, in Via Roma 199 (da non confondere con il Capitol come hanno fatto in molti).
La volta scorsa nonostante una discreta partecipazione ci sono state alcune defezioni importanti. In particolare quella della famigerata banda dei Dockers (Podda-Sanguinetti-Montaldo), post-paninari di mezza età caratterizzati da un'avvilente mancanza di riferimenti culturali. Infatti mentre gli originali si distinguevano per un insieme di pur discutibili scelte estetiche (Vans senza lacci, cinte El Charro, Burlington a rombi, etc.) a questi tristi epigoni sono rimasti soltanto gli orrendi chinos a gamba larga e cavallo basso.
Ne è venuta fuori una serata interlocutoria, sempre sul punto di decollare senza che poi accadesse veramente. In questo contesto persino Nicola Paganelli sembrava spaesato. Basti pensare che non ha molestato fisicamente nessuna delle avventrici.
Dopo un sereno esame di coscienza abbiamo capito che il pubblico sta diventando sempre più esigente e la musica da sola non basta più ad attirarlo. Ma cosa piace davvero al nostro pubblico giovane a parte Lucignolo su Italia Uno? Semplice: i nuovi comici.
Allora ecco l’asso nella manica, il coniglio dal cilindro di questa settimana: caustico come Martufello grasso come John Belushi, il battutista che secondo Luttazzi "...fa molto più ridere come fotografo", la mente che ha partorito il celebre tormentone "Ottotoa!". Truzzu.
Ispiratosi alla gloriosa tradizione degli stand-up comedians americani, si autodefinisce il Lenny Bruce di Quartu, ma ricorda (in peggio) il peggior Giuliano Murgia.
La caratteristica innovativa del suo show consiste nel girare per i tavoli dei locali ripetendo sempre le stesse agghiaccianti battute anche a perfetti sconosciuti. Come Nico Bortis o Motoretta, ma molto più invadente.
Per chi non lo conoscesse ecco alcune perle dal suo repertorio:

"Pronto sono Re Artù...può controllare un attimo in bagno che ho lasciato la spada nella doccia?"
"Cartago delenda ovest"
"Lavoro per un importante giornale ma solo mezza giornata. Lavoro…per Time"
"Ho il letto a castello ... e anche a Stampace"
"Ce l’hai il cd di quel framoso cantante americano anoressico…Frank Sinutra?"
"Cosa disse il Papa a Michelangelo dopo che terminò di affrescare le volte del Vaticano? Complimenti ...tanto di cappella"

La leggendaria rubrica della Settimana Enigmistica "Risate a denti stretti" gli ha concesso un vitalizio di 10 Euro settimanali a patto che la smetta di inviare il suo inquietante materiale.
Per l'occasione sarà accompagnato dalla fedele spalla Nicola Belillo, giovane caratterista romano in cui molti riconoscono, per l'innata volgarità, l’erede naturale di Lando Fiorini.
Il Cafetà è orgoglioso di presentare i Mario e Pippo Santoanastaso del nuovo millennio.
Di più nin zò.


Impressioni di dicembre

Dopo il calcio in culo da Linea Notturna iniziò uno dei periodi più oscuri della nostra carriera. Foxi riuscì a raccattare una serie di ingaggi in locali improbabili.
L'agghiacciante invito non è roba nostra.

CAFETA’
Via Roma 199
Sabato 4 Dicembre
Foxi & Daddy dj Set
dancefloor jazz, 70’s funk, mod soul, sought-after disco & brasilian grooves

Dopo un breve periodo di assenza dalle scene finalmente ritornano le gemelle Lecciso della console.
La sfortunata parentesi di Linea Notturna ci ha alienato le simpatie sia della fascia alternativa e politicamente più intransigente del nostro pubblico (che ci ha bollato senza appello come venduti) sia di quella più disimpegnata e glamour, estimatrice dei giovedì estivi della Paillote ma non altrettanto dell’atmosfera confidenziale del martedì.
Il risultato è che da ricercati DJ di tendenza siamo diventati conoscenti scomodi. Siamo caduti improvvisamente in disgrazia come i Righeira. Persino Nicola Paganelli ci ha voltato le spalle.
Ci considerano i parenti "gaggi" di cui ci si vergogna ma che si è obbligati ad invitare al matrimonio controvoglia. Magari relegati in un tavolo semivuoto, immerso nella penombra, lontano dai brindisi e dai coretti, volutamente ignorati per tutta la serata in modo da non dover subire l’imbarazzo della presentazione ai suoceri.




Comunque abbiamo deciso di non vivere di ricordi ma di ricominciare da zero, con umiltà e senza voler fare i simpatici a tutti i costi, ché altrimenti si rischia di fare la fine patetica di Ciccio Graziani a "Campioni" o, peggio, di Giulio Zasso a "Come il calcio sui maccheroni".
Quindi ripartiamo in sordina dal Cafetà, nuovo locale di Via Roma 199 (proprio alla fine, dopo la stazione), già sala giochi e regno del videopoker truccato, ora riconvertitosi al karaoke infrasettimanale. Pare che in alcuni giorni della settimana si balli addirittura sui tavoli.




La clientela abituale è un eterogeneo crogiolo di culture, esperienze, tradizioni e stili di vita differenti. Grigi trasfertisti, sposati con figli che, prima di uscire, lasciano la fede sul comodino dell’anonima stanza del residence in cui alloggiano, alla ricerca di emozioni a buon mercato per una sera. Malinconici marinai ubriachi, rappresentazioni viventi di personaggi di un romanzo di Izzo, che affogano nella bottiglia la nostalgia per una terra lontana e dimenticata. Donne sui quarantacinque, con un matrimonio fallito alle spalle e gonne troppo corte, che nascondono la propria solitudine dietro un trucco pesante, risate sguaiate e il fumo di troppe Multifilter (dato che le Muratti pubblicizzate in maniera occulta da Nino Manfredi in tutti i suoi film anni 70/80 non le vendono più).
E naturalmente Daniele Tolu (pronto ad approfittarne).

Proprio il luogo ideale in cui proporre le nostre raffinate sonorità jazzy.

Aggiungete un invito sgargiante, con tanto di pesanti allusioni lesbo, approssimativi riferimenti musicali (funky 70’s brasilian?) e i nostri veri nomi stampati sopra. Mancano solo le danzatrici del ventre (che peraltro ci sono state proposte…) per celebrare il mesto epilogo di un sodalizio quinquennale e sputtanarci definitivamente.

Date le premesse non potete mancare.


Una breve autobiografia (inedito)

Fu letta a Radio X prima di trasmettere la nostra performance.

Foxi e Daddy (pseudonimi dietro cui si nascondono rispettivamente un giovane imprenditore e un insospettabile professionista cagliaritani), incontrano per caso un demotivato Mash (alias Andrea Massidda), loro idolo giovanile ai tempi del Jazzino, nel lontano autunno 2000 in un anonimo circolo privato di via San Giovanni, la cui principale caratteristica era costituita dalle condizioni igieniche che eufemisticamente potrebbero essere definite precarie.
Proprio come in un brutto film americano, profondamente colpito dal talento e dall’entusiasmo dei due "giovani" dj, la vecchia gloria dei dancefloor, proprio quando credeva di averla smarrita per sempre, ritrova improvvisamente la voglia di tornare dietro la console.
Dopo appena quattro anni di trattative serrate i tre riescono finalmente a mettersi d’accordo e lo scorso luglio organizzano, con un caldo tropicale, una improbabile serata in uno storico club cagliaritano (al chiuso) riscuotendo un discreto successo tra le tre addette al servizio ai tavoli, uniche presenti alla performance.
Sembrava finita ancor prima di cominciare e invece, grazie all’ingaggio in uno dei locali più glamour del capoluogo (questa volta all’aperto), gli piove addosso un inaspettato quanto immeritato successo di pubblico e di critica.
Forte di questa esperienza il terzetto decide di replicare tutti i martedì da Linea Notturna.
Dalle 22.30 circa suonano jazz, soul, funk, bossa, latin, beat, colonne sonore di film assurdi, "musica moderna" e qualunque altra cosa gli passi per la testa sul momento (non necessariamente in quest’ordine).
L’assoluta incompetenza tecnica è il loro inconfondibile marchio di fabbrica.

La prova del cuoco

La serata su Radio X noi non l'abbiamo mai sentita. In compenso Daddy quella sera ebbe una crisi isterica prima della registrazione e frantumò a calci il telefonino di Foxi. I soliti capricci da star.

Una settimana con...

FOXI DADDY MASH DJ SET
jazz soul funk bossa afrobeat cinematic grooves + modern beats

Martedì 26 ottobre da Linea Notturna:
Cena ungherese (menu fisso a base di gulasch, strudel salato e altre delicatezze) e accompagnamento musicale in tema con la serata. In programma musiche balcaniche e tzigane: Goran Bregovic, Les Negresses Vertes, Gipsy Kings. Poco importa che nessuno di questi abbia a che fare con l’Ungheria. Nell’immaginario cialtrone dell’italiano medio qualunque musica pseudo-folk con violini, fisarmoniche e chitarre suonate a un ritmo frenetico è comunque associata agli zingari. Attenzione, non quelli dei semafori che "…io non sono razzista, sono loro che non si integrano, non si lavano e sono buoni solo a rubare", bensì quelli rassicuranti, bonari, da barzelletta della Settimana Enigmistica, con i baffetti e il fazzoletto in testa che girano per i tavoli dei ristoranti a suonare. Quindi un perfetto sottofondo per una serata magiara, anche se in realtà stanno all’Ungheria come la musica celtica sta alla paella. Per dare un certo tono culturale all’evento in anteprima assoluta verrà presentato il reading "Miticooooo Sandor!" ovvero Nicola Belillo legge brani tratti da "Le braci" di Sandor Màrai con la voce di Galeazzi (da confermare).
A seguire, dalle 22,30 circa, l’evento che promette di trasformarsi in una piccola Woodstock cagliaritana: il nostro DJ set verrà registrato dal vivo per essere trasmesso il giorno dopo (mercoledì notte) nella Mixzone di Radio X (96.8 FM), trasmissione che finora ha ospitato solo il gotha dei dj internazionali ma, evidentemente, è arrivata a raschiare il fondo del barile. Le prossime puntate infatti saranno dedicate rispettivamente a dj Ninuccio del Bounty e al dj del free drink del Quartucciu Basket (uno che nella stessa serata ha messo tre volte Dragostea "…maia hiiiiii, maia huuuuu..."). Finalmente gli imbarazzanti silenzi tra un brano e l’altro e i missaggi fuori tempo, vero marchio di fabbrica della coppia F&D, verranno incisi una volta per sempre a futura memoria della loro assoluta incompetenza tecnica. Ma per entrare definitivamente nella storia del clubbing dj Foxi ha in mente qualcosa di veramente forte e provocatorio: come Jim Morrison si farà trascinare via di peso dal palco da due carabinieri dopo essersi abbandonato a pratiche onanistiche sulle note di "Mr. Dante Fontana" del maestro Piero Piccioni (r.i.p.).
Non perdetevi una delle poche occasioni per cui un domani varrà la pena dire "io c’ero… (ho mangiato pesante e non è che mi sia tanto divertito…)".
Mercoledì si apriranno ufficialmente le iscrizioni al nostro fans club (presidente onorario e coordinatore nazionale Nicola "entusiasmo immotivato" Paganelli).
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Giovedì 28 ottobre all’FBI:

FD&M raggiungeranno il culmine della loro carriera artistica in qualità di opening act del concerto di Sam Paglia, vero virtuoso dell’organo Hammond, l’unico artista italiano capace di mescolare, con risultati eccelsi, generi musicali diversi (jazz, funk, bossa…) con una buona dose di umorismo e (auto)ironia. Anche se non lo avete mai sentito nominare vi consigliamo caldamente di venire al concerto. Costa 11 Euro ma li vale tutti. Ci ringrazierete. Senza contare che la marchetta che abbiamo appena scritto ci frutterà una lauta percentuale sugli incassi, tipo guide turistiche senza scrupoli che portano i pullman di giapponesi a farsi rapinare (e avvelenare) in qualche fetida trattoria di Trastevere… (sul serio, ne vale la pena, cercate di venire).
Noi inizieremo verso le 22.00 e dopo il concerto andremo avanti a oltranza finché ci sarà qualcuno che avrà voglia di starci a sentire.
Insieme a noi Ciccio "the man with a movie camera" De Virgilis, il vee-jay che MTV non prenderebbe neanche a fare le pulizie perché non è abbastanza glamour. Ma noi, che conosciamo il suo immenso talento di manipolatore d’immagini, possiamo assicuravi che giovedì vi lascerà letteralmente senza fiato con i suoi montaggi visionari.
Venerdì ci saremo montati la testa, perciò toglieremo il saluto alla maggior parte dei destinatari di questa mailing list anche se li conosciamo da una vita. Al massimo otterrete un "ciao caro" di sfuggita accompagnato da un impercettibile cenno del capo.

Inoltrate in maniera ossessiva questo messaggio anche più volte di seguito agli stessi destinatari. Grazie.


Buttalo via un bell'impiego sicuro coi tempi che corrono...

Altro che posto fisso.

LINEA NOTTURNA
Martedi 19 Ottobre 2004
Mash Foxi Daddy dj set
jazz soul funk bossa afrobeat cinematic grooves


Dopo anni di sacrifici, serate saltuarie e precarietà da co.co.co della console finalmente un bel posto fisso per la gioia dei nostri cari. Da questo martedì e per tutti i martedì del vostro autunno/inverno (forse) Linea Notturna sarà abbastanza lieta di ospitare i nostri dj set.
So già cosa state pensando “Ecco, si sono venduti. E dire che facevano tanto gli alternativi con i loro localini off…”
La classica critica scontata e qualunquista che viene mossa a qualunque gruppo underground che decida di firmare con una major.
Forse i Litfiba sono cambiati dopo aver firmato per una major? Vogliamo ignorare che capolavori come “Toro loco (ciai quel fuoco…)” e “Elettromacumba” appartengono proprio a quest’ultima fase della loro carriera?
Comunque ad una critica così originale non potevamo che rispondere, in maniera altrettanto originale, attraverso un secco comunicato stampa del nostro portavoce ufficiale dj Foxi:
“Vorremmo rassicurare le nostre schiere di fans (?). La decisione di suonare da Linea Notturna non influirà in alcun modo sul rigore delle nostre scelte musicali. Abbiamo preteso ed ottenuto la massima libertà artistica. Il fatto di aver adottato un look alla Gabry Ponte, con tanto di meches e camicia argentata, deriva da una personale esigenza interiore e non è in alcun modo legato a logiche commerciali”.

Martedì ci sarà anche il gradito ritorno di dj Mash. Molti di voi si chiederanno “E chi cazzo è dj Mash?” Non possiamo anticiparvi molto. Diciamo che si tratta di un collega che ha avuto qualche problema di droga nel recente passato ma adesso è pulito.
E come mai dj Mash? Sarà un omaggio al capolavoro antimilitarista di Robert Altman o un tributo all’orrida linea di abbigliamento che tra la fine degli anni ‘70 e la prima metà degli anni ‘80 ha conteso alla famigerata BALL il primato del cattivo gusto, appestando le vetrine di buona parte di quegli esercizi commerciali di Via Garibaldi che, con raccapricciante neologismo, venivano qualificati “jeanserie” (per es. Coccinella, la Casa del Pantalone, Turbo etc.), con improbabili collezioni caratterizzate da colori sgargianti e tessuti rigorosamente sintetici e antitraspiranti ad alto rischio di infiammabilità?

Infine qualche parola sulla scelta del martedì.
In realtà avremmo preferito il lunedì, una cosa molto più snob alla “That’s how is it!” (la serata di Gilles Peterson al Bar Rumba di Londra ndr).
Se non altro, nell’eventualità (per non dire certezza) di un plateale insuccesso, avremmo potuto tranquillamente fare le tre di mattina lamentandoci dell’assoluta mancanza di una club culture cagliaritana…
Ma purtroppo il lunedì ci è stato negato: c’è già il torneo di pinella a coppie che richiama molta più gente di noi.
Non rimaneva che il martedì, serata di nicchia per gente di nicchia.
Su consiglio del nostro consulente di marketing Nicola Paganelli, un uomo che ha frequentato un MBA nella convinzione si trattasse di un corso di specializzazione sul basket professionistico americano, abbiamo deciso di puntare su fasce di pubblico solitamente trascurate, ignorate o addirittura snobbate dalla concorrenza.
Per esempio, per conquistarsi le simpatie della comunità gay dj Foxi ha deciso di fare outing, dichiarando apertamente la propria omoaffettività (peraltro già a conoscenza dei nostri più affezionati lettori a causa di una brutta storia di vecchie foto saltate fuori al momento sbagliato). Un gesto coraggioso e disinteressato come quello di Cecchi Paone a pochi giorni dalle elezioni europee, che, temiamo, si rivelerà altrettanto inutile.
In secondo luogo vorremmo rivalutare la figura del praticante avvocato borioso, ignorante, presenzialista, col cravattone e l’inseparabile cartella in pelle rigorosamente vuota, recentemente messa alla gogna da un polemico pezzo di costume apparso sul Giornale di Sardegna, definito da Nicola Belillo, con la consueta obiettività, “il più bell’articolo che abbia mai letto in vita mia” (l’altro era un annuncio del Baratto per l’acquisto di una Ritmo usata): riteniamo che il paralegale Alessio Alias, presenza costante (e inquietante) delle nostre performance, la incarni alla perfezione. In più è anche grasso.
Sarà anche un occasione per celebrare la sua più recente impresa ingiustamente passata sotto silenzio: venerdì scorso, dopo una notte brava a base di stravizi enogastronomici (a quelli sessuali ha dovuto rinunciare da tempo per cause di forza maggiore) degni de “La grande abbuffata” di ferreriana memoria, il nostro eroe ha stracciato il proprio record personale stabilito in occasione dello scorso capodanno, riuscendo a vomitare, senza soluzione di continuità, fino alle 20.00 del sabato successivo. Ineguagliabile.

Infine per venire incontro allo zoccolo duro del nostro pubblico formato da persone di mezza età che nascondono le proprie frustrazioni legate a problemi di calvizie incipiente e funzionalità erettile dietro scuse patetiche come “io non esco perché la musica è alta e non si riesce a parlare, a parte che nei locali circola la droga e lo sanno tutti, poi c’ho da lavorare io, mica posso fare le quattro tutti i martedì…” cercheremo di iniziare presto, in modo da non negare a nessuno un’opportunità di svago che non sia Zelig e i suoi tristissimi tormentoni impiegatizi (della serie “Franco oooh Franco…”).

Inoltrate con moderazione. Un’eccessiva diffusione del presente messaggio può causare pesanti ritorsioni da parte dei soggetti citati nei confronti dei dj. Grazie.
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Saudosismo

La tipica malinconia di fine estate.
La Paillote (Cala Mosca)
Venerdì 24 Settembre dalle 23.00 circa
Foxi & Daddy DJ set
jazz funk soul bossa etc.

Summer’s gone

Da stasera niente più eleganti camicie in lino nero pseudosnellenti di Alessio Alias che a causa dell’umidità tropicale di Luglio finivano per aderire tipo pellicola trasparente per alimenti all’epa strabordante dell’obeso paralegale creando un effetto sinistro (tipo sacco dell’immondezza che sta per esplodere).
Niente più cuori infranti da Nicola "sexy mother fakir" Paganelli in versione Bollywood superstar, con tanto di adorante girlfriend indiana al seguito cui, col suo inglese da corso a fascicoli in audiocassette, promette di far assaggiare prelibati "porcupines of the sea" (ricci di mare ndr).
Niente più spregiudicate e sensuali sudafricane che ballano scalze davanti alla console mentre intorno si aggira il solito mostro travestito da ingegnere (e chiunque dei tre si senta chiamato in causa ha la coda di paglia…) che sbava come un bulldog.
Niente più Giulio Zasso che per paura del buttafuori finge di non essere Giulio Zasso, anzi si guarda intorno perplesso quando qualcuno chiede "Chi di voi è Giulio Sasso?".
Niente più Truzzu, vittima di un inesorabile decadimento fisico (oltreché morale), che dopo due mesi di assenza si presenta con un’improbabile acconciatura punk-giovanilistica gridando "Ottotoa!" nella speranza (vana) di dimostrare meno dei suoi quarant’anni portati malissimo.
Niente più aree vip, house di qualità, leggerezza figusiana, divanetti in vimini riservati, chiamami porco, complimenti per la musica e gli inviti beceri e pecorecci, drogati voi e la vostra musica di merda, cali di tensione a metà serata, cambiate spacciatore…
Ma soprattutto niente più bermuda di Nanni.
Da stasera calzini corti in filo di scozia, maglietta bianca della salute sotto la camicia e maglioncino sulle spalle.
Si chiude così la stagione estiva 2004 della Paillote.
E’ difficile rassegnarsi al fatto che tutto questo sia già finito ma le cose belle spesso non durano che il breve spazio di un’estate. E questa non è un’eccezione.
Sulle note malinconiche di "Estate" di Bruno Martino e classici brasiliani che contengano nel testo le parole saudade e/o tristeza, i soliti irriducibili si daranno appuntamento ancora una volta cercando di afferrare gli ultimi scampoli di bella stagione spazzati via impietosamente da un freddo maestrale che sa già di autunno.
Sarà un’occasione per salutarsi. Ma non sarà un addio. Soltanto un arrivederci.
Anche quest’inverno troveremo un locale più o meno (probabilmente meno) accogliente disposto ad ospitare i nostri deliri musicali.
In attesa di una nuova esaltante stagione dalla terrazza più cool del Golfo di Cagliari.
Se lo ritenete opportuno diffondete pure questo messaggio tra vostri amici depressi cronici ed aspiranti suicidi. Oppure no. Fate voi.


Crisi d'astinenza?

...tanto che la testa cercarono di smontarcela. Letteralmente.


La Paillote (Cala Mosca)
Giovedi 9 Settembre dalle 22,30
Massidda Foxi Daddy DJ set
jazz soul funk bossa reggae etc...




Bentornati alla Paillote, l'unico locale in cui mettere musica è più pericoloso che subire un tentativo di liberazione da parte dei corpi speciali russi.
L'ultima volta ci sono stati un pò di problemi. Dj Daddy ha sfiorato una plastica facciale gratis. Massidda pure. Sono volate parole grosse: "drogati...voi e la vostra musica di merda...cambiate spacciatore...". C'era davvero bisogno di arrivare a tanto? Di ferire in questo modo la nostra sensibilità di artisti? Ma soprattutto perché dovremmo cambiare spacciatore visto che col nostro ci troviamo benissimo?
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Andrea M. e i ragazzi dello zoo di Calamosca
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Comunque nella migliore tradizione italica tutto si è concluso a tarallucci e vino.
Tra le tante, una frase su tutte merita di essere ricordata: la geniale "...dammi del tu, chiamami porco...", autentico capolavoro di sintesi surrealista.
In compenso ci sono arrivate numerose testimonianze d'affetto. In tanti si sono ritrovati d'accordo sul fatto che i giovedi della Paillote sono un pò più tristi senza i nostri dj set.
Solo per questo motivo (e per gli ingenti debiti accumulati durante vacanze estive decisamente al di sopra delle nostre possibilità) abbiamo deciso di mettere da parte l'orgoglio e tornare almeno per un giovedì dietro la console.
Ma con tutt'altro spirito.
Prima di tutto parte del nostro lauto compenso verrà devoluto a favore del dietologo di Alessio Alias. Il nostro sfortunato amico, dopo aver raggiunto i 95 kg di peso (per un metro e sessantacinque scarsi di altezza), è stato colpito da una grave forma di elefantiasi che ne ha trasformato orribilmente gli arti inferiori. In pratica dalla vita in giù sembra Sora Lella. Con i peli però.
Poi abbiamo deciso di abbandonare quel tono becero e quella leggerezza che alcuni malevoli detrattori hanno definito "figusiana" presente nei nostri precedenti inviti.
Anche perchè finalmente qualcuno ha risposto al nostro appello.
Ebbene sì. Siamo orgogliosi di presentarvi il primo vero contributo al concorso "Se lo scrivevi magari vincevi".
Un racconto breve. Il ritratto di "un'altra gioventù" che vive sulla propria pelle il disagio e la precarietà. Mica come Massidda che a quarant'anni si fa ancora le canne e poi mette Jump around. Uno spaccato di vita vissuta si traforma nell'implicita denuncia di un ambiente provinciale, gretto, piccolo borghese che si nutre di magliettine con la scritta Brasil, creme autoabbronzanti e caipiroske alla fragola. In una parola, pasoliniano.

Giovedì 29 Luglio 2004 (una storia vera)

Personaggi:

M.A.: impiegato metalmeccanico, trascorsi di curva e piazze, passato e presente da animatore rap secondo (anagraficamente s'intende) solo a Chuck D (New York, classe 1960). Magro con pancia.
G.D.: studentessa, lavoratrice atipica (contratto co.co.co miserabile con grande azienda italiana prestigiosa). Alta e fatta meglio di lui.

Lei, una quasi sconosciuta abbordata un paio di mesi prima, grazie all'uso smodato di birra jchnusa alla spina, nel locale più popolare dell'inverno scorso, gestito da pregiudicati politici anni 70 e 80.
Lui ha il suo numero. Da sempre. Da quando l'aveva accompagnata a casa all'alba a piedi e, baciandola sotto il portone, aveva fatto finta di chiudere gli occhi ma si era letto e memorizzato tutti i cognomi del citofono per poi fare una ricerca su www.paginebianche.it.
Lei gli dà corda, un po’ perché lui è simpatico e la fa ridere, un po’ perché sembra essere diverso dagli altri amici di tazza che incontra.
Hanno appuntamento.
Lui, decisamente più attempato, che, per sciorare, la porta prima a vedere Elioelestorietese per far vedere che è ancora giovanedentro e poi le propone un "C'è una festa di amici a Calamosca, ma non è la solita spiaggiata, andiamoci, sono toghi, alle loro feste ci si diverte sempre" per dimostrarle che non conosce solo tesserati di Pizza74, l'ala più radicale del movimento cagliaritano.
Per arrivare allo stabulario c'è traffico da Cagliari-Juventus, e la lavoratrice atipica guardandosi intorno inizia a sentirsi a disagio, progressivamente, sino all'ingresso nel tempio del glamour.
Circondati da improbabili a 360°, lei non la prende affatto a ridere e non capisce il perché di questa trovata di lui. Ma che ci facciamo? Perché mi ha fatto questo? Chiede di andare via e anche in fretta, e manco tutte le jchnusa ghiacciate da 66cl offerte da lui a seguire riusciranno a farle ritornare il buonumore.
Che tipo di contratto avranno avuto tutti quegli strani che con la loro presenza l'hanno tanto turbata?
Il successo vi ha cambiato. Un tempo alle vostre feste svoltavo. Anzi, arrivavo solo e andavo via accompagnato. Ora arrivo in due e dopo l'accompagno a casa salutandola con l'altra mano.

M.A. aka Dr.D.

Come sempre siete pregati di spacciare questo messaggio tra i potenziali consumatori. Grazie.

Appena trovate due ore per leggerlo...

Il successo improvviso può dare alla testa...

La Paillote
Giovedì 5 agosto, dall'ora che preferite finché non vi cacciano...
Massidda Foxi Daddy Sirchia dj set
jazz soul funk brasilian...le solite cose insomma

Dato che questa è l’ultima settimana prima delle vacanze estive (relax norvegese con la famiglia per Daddy, nuove frontiere del turismo sessuale con minorenni per Foxi), i vostri nuovi idoli del giovedì saranno lieti di salutare parenti e amici nella splendida cornice di Cala Mosca.
Questa volta abbiamo voluto strafare: 4 dj al prezzo di 3 e musica anche in spiaggia.
A partire dal tramonto, come in una piccola Ibiza, potrete ballare scalzi finché il cordiale staff della Paillote non vi farà capire che si è fatto tardi a colpi di sfollagente.
Avrete la possibilità di fare il bagno nudi, assumere gli stupefacenti portati da casa, praticare l’amore libero come gli hippies.
Potrebbe addirittura scapparci il morto per congestione…siete sicuri di voler rinunciare ad un’occasione del genere?
Ma non temete, durante la nostra assenza, a presidiare questo avamposto della buona musica, rimarranno di guardia Andrea Massidda, Michele Sirchia & guests.
Anche se le cose, come avevamo previsto, cominciano a prendere una brutta piega...

Sunset boulevard?

Era tutto già scritto. Ci avevamo visto giusto. Lo sapevamo che sarebbe finita così. I nostri inviti sono arrivati nelle mani della persona sbagliata.
Uno speculatore senza scrupoli ha fiutato l’affare. Vuole farne un libro. Dice (parole sue) che “intravede ottime possibilità di business”, che “si possono fare dei bei soldi”, che “noi prendiamo i diritti, lui si prende il resto”. E (pur essendo nato e cresciuto a Selargius) lo dice con un fastidioso accento milanese acquisito in quattro mesi scarsi di permanenza nella capitale morale d’Italia.
“Lo stampo, lo vendo, intasco, guadagno...regolare no?”. Parla come un clone di Guido Nicheli, il cumenda dei film dei Vanzina.
Il suo scopo è trasformarci in fenomeni da baraccone. Vorrebbe addirittura imporci di inserire nelle nostre mail tormentoni tipo “CHI E’ALIAS…? CHI E’ALIAS…? Uno grasso ma talmente grasso che per vedersi l’uccello deve mettere uno specchio sul pavimento…” (pare che queste cose facciano parecchio ridere i nostri raffinati connazionali).
No caro amico, no davvero. Giù le mani dai nostri inviti. Non puoi trattarci alla stregua di volgari "merchants de tapis"…
I nostri inviti nascono con tutt’altro spirito. Quello di regalare una risata, un’emozione, perché no…una lacrima, ma sempre in maniera assolutamente gratuita e disinteressata. Più che dj siamo una ONLUS del sorriso.
Dentro questi inviti ci abbiamo messo tutti noi stessi. Non intendiamo fare mercimonio dei nostri valori, del nostro passato, delle nostre amicizie, dei nostri ideali.
Almeno non per la cifra miserabile che ci è stata proposta. Se invece si arriva a 200/250 Euro se ne può anche riparlare.
Perciò prenota oggi stesso la tua copia autografata di “Metti una sera con dj Foxi e dj Daddy”, sottotitolo “4 anni di nightlife cagliaritana tra cultura, ottimi drink, buona musica e sano intrattenimento”.
Presentati alla Paillote con 30 Euro in contanti e tra qualche mese (più o meno) riceverai comodamente a casa tua una copia del fantastico volume. Non dovrai neppure lasciarci il tuo indirizzo. Lo cercheremo noi. Tranquillo.
Sfogliando quelle pagine elegantemente fotocopiate ritroverai tutti i luoghi e i volti che in questi ultimi quattro anni hanno allietato i tuoi fine settimana: dagli esordi in sordina da Frittopoli, angusto ma accogliente locale nel cuore della Cagliari vecchia (a parte il fastidioso inconveniente dell’olio che gocciolava dal soffitto) alla breve parentesi glamour del Malastrana, l’economico wine-bar di Monteclaro dall’atmosfera mitteleuropea; dalla gavetta oscura, ma ricca di soddisfazioni umane ed artistiche, del Jazzabuglio ai palcoscenici importanti: prima l’Ampurias poi, in un crescendo inarrestabile, Linea Notturna.

Infine la consacrazione definitiva: La Paillote. Le donne, i soldi, la cocaina le belle macchine.
Affrettati, non troverai questo fantastico volume nei negozi. Ma potrai prenotarlo oggi stesso consegnando 30 Euro sottobanco ai tuoi amici alla console.
Che aspetti? Cosa ci compri oggi con 30 Euro? Una consumazione (analcolica) all’EX MA, le ciabatte CUP’s in compensato marino di Roberto Serra, una messa in piega con lo spoiler posteriore alla Alessandro Podda…

Persino Alessio Alias, l’uomo che appartiene ad un universo parallelo a rispetto a quello del corretto uso del congiuntivo e dei pronomi personali, ma soprattutto la dimostrazione vivente che la nostra è una società profondamente democratica visto che anche un perfetto idiota può diventare, all’improvviso e senza particolari meriti, un personaggio popolare, ha voluto mettere da parte i dissapori e le incomprensioni che in quest’ultimo periodo ci avevano allontanato, insistendo per scrivere la prefazione del nostro libro.
Magari alcuni di voi avranno l’impressione di averla già letta, ma ad un’analisi più attenta non potrà sfuggirvi che è stata limata in alcuni piccoli insignificanti particolari (“…la moglie che gli obbliga a fare l’alcool test …”) senza, peraltro, nulla perdere della freschezza iniziale.

Per la postfazione invece siamo riusciti a coinvolgere una grande penna del giornalismo sardo.
Un uomo che con la sua retorica da quattro soldi è riuscito a trasformare il ritiro calcistico di una squadra di provincia in una mediocre versione in prosa dell’Iliade scritta da un ripetente di seconda media ad un passo dall’ennesima bocciatura.

Prefazione di Alessio Alias

Sono amico dei due DJ meno trasgressivi della scena mondiale fin dai loro esordi. Ultimamente ai due si sono uniti dei personaggi strani.
L'ambiente è sempre stato raffinato e il divertimento senza eccessi.
Diciamo che le serate sono sempre state a metà strada tra un pub di Kensington e il Bar Muzzi (a Sant'Elia vicino al Lazzaretto): pieno di gente amichevole come gli inglesi e raffinata come i gaggi nostrani.
In pratica non ti caga nessuno e se rivolgi la parola a una pivella ti accoltellano ad un gamba.
La cosa arcinota, ma omertosamente nascosta ai più da una schiera di amici con molti scheletri nell'armadio (che vogliono tenere ben chiuso), è che queste serate, per le quali i DJ non vengono pagati, anzi a volte spendono di tasca loro (vedi Ampurias), sono organizzate da DJ Daddy solo per poter “mettere in congelatore” la amata consorte e uscire in tutta tranquillità.
Il tutto accompagnato dal fido DJ Foxi, che pur di fare le sette del mattino uscirebbe con chiunque, basta che ci sia una birra calda e che l'indomani si debba svegliare alle 5 per andare in Ogliastra, in modo che poi ti possa raccontare, con la fierezza di un bambino che ha appena torturato una lucertola, “Mi stavo addormentando sull'orientale, ero sfatto”.
Dai tempi del Jazzabuglio ho sempre, lo ammetto, usato la loro amicizia per poter avvicinare le groupies che li circondano durante le loro serate, anche se non ho mai raccolto una mazza, soprattutto a causa dell'avidità dei due longtimelovers.
In ogni caso la loro assidua frequentazione mi ha consentito di instaurare delle relazioni culturali, quasi da caffè letterario praghese, con degli analfabeti totali che nulla hanno aggiunto alla mia misera esperienza di vita.
Un libro che narra le gesta dei due cavalieri con la macchia può essere utile anche per operare una ricostruzione della storia di questi anni.
La caduta di Bettino per esempio: siamo sicuri che fosse colpevole? Qualcuno non è ancora convinto.
Sicuramente, però, ne ha discusso ascoltando il jazz fank supertelegattoni soda-bassa afrobeatnik-alto cinematic groovesintheheart etc. di Daddy, Foxi e, ora, Massidda,
Ma che musica è?
Alcuni sono vecchi brani da balera sapientemente mixati, altri fanno semplicemente cagare e altri ancora sembrano sigle di cartoni animati. Comunque fanno discutere e la gente consuma. "Ma questa non è la sigla di Marzullo rimiscelata??"
Il Giovedì alla Paillote (ma come cazzo si pronuncia?) ha aperto nuovi orizzonti.
L'umidità ha contribuito a creare un'atmosfera quasi da Apocalipse Now nella quale io, da buon sosia di Marlon, mi sono buttato raccontando di lotte con il caimano in Rodesia e di sesso nel Mekong con una che aveva in casa tre americani (reduci del Vietnam) che usava per produrre cd falsi che poi Foxi acquistava per 1 € cadauno, e il cerchio si chiude.
La trovata dell'acqua che cola dalla tettoia, poi, sa molto di cascata all’interno di una stanza segreta nella quale i VIP hanno il loro regno fatto di sesso e droga.
La musica, purtroppo, ci riporta alla realtà, che, analizzata con spirito critico ma senza pregiudizi, può essere descritta usando due immagini emblematiche: "i bermuda di Nanni" e "l'assenza di Er Murena" (che si sente molto).
Andremo avanti così fino all'età matura.

Postfazione di Giulio Zasso

“Sempre caro mi fu questo mixer a tre piste” un Giacomo Leopardi un po’ meno poeta e un po’ più DJ oggi forse avrebbe riscritto così il suo memorabile “5 Maggio”. Qui a Calamosca, ad un tiro di schioppo dall’altipiano celebrato da Emilio Lussu nel suo “Per chi suona la campana”, volume che, rigorosamente incellofanato, domina la mia libreria comprata da Emmezeta insieme alla raccolta completa dei classici della letteratura russa in faggio, i DJ Massidda, Foxi e Daddy ci hanno regalato momenti che lasceranno il segno in questa estate due-zero-zero-quattro (questo linguaggio giovanilistico lo prendo dalle mie stagiste). La Sparta di Pericle e Sofocle abita qui. Disciplina e rigore nelle scelte musicali caratterizzano questi imperdibili DJ set. Non vi inganni il loro stile sbarazzino, che io ho personalmente rielaborato abbinando le inflazionate t-shirt col numero ad abiti di pessimo taglio e infima qualità comprati in stock da Oviesse.
Dopo Tore Banchero, questi tre artisti sono diventati il punto di riferimento di chi non vuol rinunciare a sentirsi giovane alla soglia dei 40, a costo di inserire parole come “minzega” e tutte le sue raccapriccianti varianti (minzeghina, minzegolina, etc.) nel proprio intercalare.
Peccato che Truzzu non sia qui con noi a godere di tutto questo. Vuol dire che tutto questo se lo gode qualcun altro. Ottotoa!

Intanto continua tra l’indifferenza generale il concorso “Se lo scrivevi magari vincevi”. Questa settimana non ci avete spedito nemmeno una virgola. Grazie di cuore.
Su consiglio di una nostra accanita fan abbiamo pensato di trasformarlo nel meno impegnativo “Se lo fotografavi vuol dire che c’eri”.
Divertiti a catturare le immagini più significative della prossima serata con la tua macchinetta digitale comprata in offerta all’UniEuro durante la tradizionale passeggiata del sabato pomeriggio in tuta da ginnastica policroma in acetato.
Accompagnale ad una spiritosa didascalia e anche tu potrai conquistare il tuo quarto d’ora di celebrità contribuendo alla creazione di uno dei nostri prossimi inviti.

Come al solito siete pregati di diffondere senza pietà questo messaggio tra cani e porci. Grazie.

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Some of my best friends...

C'era gente disposta a tutto pur di finire su uno dei nostri inviti...

La Paillote (Cala Mosca)
Giovedi 29 Luglio dalle 22.30
Massidda Foxi Daddy dj set
jazz funk soul bossa afrobeat cinematic grooves etc.



Grazie per aver partecipato in massa al nostro concorso. Ci avete letteralmente sommerso con la vostra creatività straripante. Nemmeno due righe per sbaglio. Complimenti.
A conferma del fatto che il nostro pubblico è formato da uno zoccolo duro di semianalfabeti, l'unico contributo ricevuto è un inquietante disegnino alla Profondo Rosso da parte di un dentista che preferisce rimanere anonimo.
Il tratto infantile ed incerto rivela profondi disturbi della personalità dietro i quali probabilmente si nasconde un passato traumatico costellato di abusi subiti da parte di ex ed attuali fidanzate.
In mancanza di qualunque tipo di alternativa ci vediamo costretti a premiare questo psicopatico come il primo vincitore della competizione "Se lo scrivevi magari vincevi", visto che alla fine del suo inutile scarabocchio è stato capace di vergare in stampatello, immaginiamo dopo sforzi titanici, due parole di senso compiuto che potrebbero (ma non è detto) celare l'embrione di un'idea.








Per chi invece non è riuscito ad entratre giovedi scorso, ecco il solito breve resoconto.
E non scordate di inoltrare il messaggio a chi potrebbe essere vagamente interessato alla cosa.

"Some of my best friends are VIP(s)"

Benvenuti alla Paillote dove responsabili della security armati fino ai denti, con microfonini e visori ad infrarossi, vi faranno sentire a vostro agio come uno studente marxista di scienze politiche nel Cile di Pinochet.

Finalmente dopo Costantino Cortis e Walter Nudo Sanguinetti anche l'avvocato Katrame entra nel fantastico mondo di Lele Mora (e viceversa…). In cambio, per l’obeso legale e il suo insopportabile carlino, un tour estivo nelle discoteche del Sarcidano e qualche comparsata nella nuova edizione di Buona Domenica. Giusto per spazzar via le ultime briciole di dignità rimaste attaccate addosso ad un uomo di per sé ridicolo.

In questa fresca serata di Luglio a sorpresa Andrea Massidda invita Michele Sirchia come guest star; un’abile mossa per non essere il più anziano del locale.

Il sempre più cialtronesco Nicola Paganelli si improvvisa latin lover per una sera. Sfoderando un inglese patetico alla Alberto Sordi cerca di irretire una giovane esponente della upper class pakistana di Londra, richiamata a Cala Mosca dalla fama internazionale raggiunta della serata del giovedì. Dopo aver trascinato l’esotica fanciulla in spiaggia con una scusa assurda, il velleitario rubacuori dà fondo al peggio del suo repertorio. Sguardo seducente studiato a tavolino, che per l’ottusa fissità ricorda Massimo Ciavarro in Sapore di Mare 2, e alito più pesante del solito a causa delle 15 consumazioni ingerite a stomaco vuoto, il nostro playboy da strapazzo sussurra nell’orecchio della malcapitata, ormai impietrita da un terrore frutto della consapevolezza di essere finita nelle mani di un pazzo, l’agghiacciante frase "Your father must be a thief … he stole two stars from the sky to make your eyes"

Ai piatti è la volta di DJ Daddy, sudato come un archivista del catasto costretto a lavorare il giorno di Ferragosto, ma con molto meno fascino.
Dopo il suo turno incassa ben due "Ma allora sei tu quello bianco, malaticcio con gli occhiali! Complimenti … guarda…sei troppo autoironico.". Autoironico un paio di coglioni. La prossima volta vi faccio cacciare a calci dalle SS all’ingresso.

L’elegante terrazza sul mare stanotte è un vero e proprio parterre de rois. Visti tra gli altri dj Ivana, promettente assistente di giurisprudenza che, nel segno della continuità, dovrebbe sostituire il professor Ezio Capizzano all’Università di Camerino e Maurilio Putzolu, personaggio chiave nella tratta delle rumene, con la parrucca di scena di Red Canzian dei Pooh.

Questa volta tocca a DJ Foxi chiudere con una lucida analisi della serata: "Nella misura in cui a livello musicale sono costretto a relazionarmi ad un contesto non consono faccio fatica a portare avanti un certo tipo di discorso". Nel suo linguaggio si coglie tutta la nefasta influenza dei collettivi di autocoscienza dell’ARCI lesbo ai quali lo costringe a partecipare la pivella per ampliare i suoi ristretti orizzonti di grossista di legnami pregiati.

Infine, per evitare guai peggiori, dietro consiglio del nostro team di legali Peara, Er Murena & partners riceviamo e pubblichiamo integralmente la seguente smentita:

Ill.mi DJ della Paillote

e p.c. Preg.mi destinatari della relativa mailing list

Scrivo per sottolineare con sdegno il fatto che il personaggio ritratto al centro della foto "nudismo e buona musica", allegata al Vostro invito del 22 luglio u.s., non sono io.
Si tratta, invero, di un ignobile fotomontaggio che, ad substantiam, lede pesantemente la mia immagine umana oltreché professionale.
Smentisco seccamente qualsivoglia mio coinvolgimento, iuris et de iure, in tale genere di pratiche a sfondo naturista e a supporto delle mie affermazioni mi permetto di farVi osservare quanto segue:
1. quell’uomo è troppo magro
2. le dimensioni del pene sono francamente eccessive
Prova ne sia la foto che, ad abundantiam, allego alla presente, recentemente scattata durante un importante meeting di lavoro. A tutela della mia stessa privacy, su suggerimento del mio astuto praticante Ernesto, ho provveduto ingegnosamente a cancellare sia il mio volto che quello del mio consulente. Il che rende praticamente impossibile capire chi io sia tra i due. Tuttavia, se si dovesse rivelare necessario a dimostrare la mia totale estraneità ai fatti, la Sig.na Manuela Piga è pronta a rilasciare una testimonianza giurata sull'argomento.
Mi riservo di esperire, cum grano salis, ulteriori azioni legali nei vostri confronti non appena sarò riuscito a comprare il titolo di avvocato e chiropratico all’Università di Valona.

Tante cose belle a voi e gentili consorti.

il quasi Avv. Alessio Katrame




(FOTO CENSURATA)

Naturismo musicale

Eravamo talmente nazional-popolari che alle nostre serate si divertiva persino Giulio Zasso.

LA PAILLOTEGiovedi 22 Luglio ore 22,30
Massidda Foxi Daddy dj set
jazz soul funk bossa boogaloo afrobeat etc.





Torna il trio Massidda Foxi Daddy, l'eccezione vivente alla regola che alle donne piacciono i dj.
Tra luci ed ombre va in archivio il loro esordio nell'elegante locale a due passi da Cala Fighera, un tempo regno dei nudisti, ora tempio della buona musica.
La serata non parte benissimo.
Un Alias irriconoscibile, l'ombra ingrassata di se stesso, viene bloccato all'ingresso dell'area VIP dall'implacabile doorman. Ne nasce un violento alterco con momenti di acuta tensione. "Non finisce qui - grida infine il sedicente avvocato, trasfigurato dalla rabbia e dall'umiliazione - sentirete ancora parlare di me e del mio carlino!" A stento viene sottratto ad un brutale pestaggio.
Chi invece non ha problemi all'ingresso è Nicola Paganelli, manager rampante milanese d'adozione. Lui nelle aree VIP ci sguazza. Cocktail con l'ombrellino sempre in mano ma soprattutto baci, abbracci, sorrisi e strizzatine d'occhio per tutte. Sembra appena uscito da un servizio di Lucignolo La Bella Vita.
Tanta bella gente si accalca intorno alla console tra gli sguardi carichi d'invidia di chi sa di non poter far parte della ristretta élite di privilegiati, così lontani così vicini, che si diverte appena oltre quei magici divanetti in vimini che fanno la differenza.
Dj Foxi reagisce all'inaspettato exploit senza fare una piega. "Questo successo non ci ha cambiato di una virgola - dichiara mai banale - siamo e saremo sempre noi stessi perchè questa è la nostra vera forza". Poi si apparta nella zona meno illuminata dell'esclusivo privé abbracciato lascivamente ad una groupie sedicenne con un biglietto da 500 Euro arrotolato in maniera inequivocabile.
Andrea Massidda, che, data l'età, dopo una cert'ora fatica a mantenersi lucido e non è più abituato alle emozioni forti, come in un flashback crede di trovarsi nel bel mezzo di una serata del Jazzino del '93 e inizia a gridare "Senza la tessera del Planet Groove qui non entra nessuno!". Fortunatamente un'amica lo placa con alcune gocce di passiflora e dopo avergli sistemato il catetere lo fa sdraiare su un divanetto (a proposito oggi è il suo compleanno, auguri).
Daddy, solo in un angolo, chiuso in una lucida malinconia, dietro le spesse lenti dei suoi multifocali, osserva la scena con un certo distacco. Forse è l'unico a capire che questo effimero successo per loro rappresenta la più grande sconfitta. L'inizio della fine. E già pensa ad un progetto solista: un reading dei suoi inviti accompagnato ai bonghetti da Ciccio De Virgilis.

Partecipa al grande concorso "Se lo scrivevi magari vincevi...". Scrivi l'invito della prossima serata e se sarai uno dei fortunati vincitori avrai libero accesso all'area VIP in compagnia dei tuoi beniamini che fingeranno di esserti amici per circa mezz'ora. Potrai inoltre acquistare una copia della loro compilation masterizzata a soli 15 euro anziché 20. Un vero affare se si pensa che contiene ben 12 pezzi appiccicaticci, mixati nel loro inconfondibile stile sciatto e accostati senza alcun gusto, con i titoli sbagliati scritti a penna.
Dall'alto dei complimenti piovutici addosso ci permettiamo di darvi qualche piccolo suggerimento: scrivete qualcosa di veramente inutile e infarcitelo di luoghi comuni giornalistici proprio come se fosse un articolo di Giulio Zasso.
Alla fine è il messaggio subliminale quello che conta "Venite nella vana speranza di riuscire a fare sesso, affogate in uno smodato consumo di alcoolici la frustrazione per non esserci riusciti e rimettetevi tranquillamente alla guida ubriachi fradici".
Il concorso è aperto a tutti, anche a chi non va troppo d'accordo con la consecutio. Quindi niente indugi Giulio, scrivi pure tranquillo.

Per finire la frase (vera) che riassume perfettamente l'andamento della scorsa serata "Mi avevano detto vieni vieni...è una figata...tre dj che si alternano...boh...secondo me era una cagata".
Detta di persona da una che non sapeva fossi uno dei tre.
Naturalmente le ho dato ragione.

Come sempre siete caldamente invitati ad inoltrare il messaggio in lungo e in largo.
Grazie.


Metti una sera dopo cena...

Quando eravamo glamour...la breve ma intensa esperienza alla Paillote

LA PAILLOTE (Cala Mosca)
Giovedi 15 Luglio dalle 22,30
Massidda Foxi Daddy DJ Set:
jazz soul funk bossa brasilian afrobeat etc.

Data l'importanza mondana dell'evento non abbiamo badato a spese e per l'invito di questa settimana abbiamo assoldato un ghost writer d'eccezione. Spero apprezzerete lo sforzo ricambiando con una massiccia partecipazione e con una diffusione ai limiti dello spamming di questo messaggio.



"Metti una sera alla Paillote..."

Calde note di sassofono si infrangono come onde di risacca su una scogliera a picco sul mare. Ed è subito atmosfera.
Da qualche giorno i bip dei messaggini risuonano all'impazzata dai cellulari di ultima generazione della dorata gioventù cittadina "Ma allora è proprio vero! Massidda, Foxi e Daddy suonano alla Paillote...".
La Cagliari da bere freme e inizia a contarsi.
Truzzu, bizzarro fotografo giramondo, è pronto ad immortalare i protagonisti di questa Dolce Vita in salsa campidanese.
Data per certa la presenza di Alessio Alias, uno che non può mancare agli appuntamenti che contano. Si dice abbia già prenotato un tavolo VIP sotto falso nome. Non è difficile immaginarlo in tunica bianca D&G, quasi una versione etno-chic di Demis Roussos, adagiato mollemente su una chaise longue mentre accarezza il suo adorato carlino Ernesto con lo sguardo perso nella vastità del golfo. Chissà che pensa. Chissà se pensa.
Ai piatti dj Foxi inizia a fare sul serio. Col suo pizzetto mefistofelico e quelle magliettine da finto povero, questo giovane e facoltoso imprenditore prestato alla musica sa cosa piace al suo pubblico.
Al suo fianco Francesca non lo molla un attimo.
Salta agli occhi l'imbarazzante mancanza di capi firmati nel suo guardaroba. Sembra un pesce fuor d'acqua. Si vede subito che è comunista.
Intanto al bar tiene banco lo stile inimitabile di Nicola Paganelli. Impeccabile, come sempre: blazer blu con i bottoni dorati, pantaloni bianchi con le pences e Celini da barca dell'82. Sembra il figlio di Capitan Findus.
Si cambia musica. Ora ai piatti c'è un tipo bianchiccio con gli occhiali spessi che non conosco. Se non fosse per la t-shirt da giovane potrebbe benissimo essere un commercialista. Non lo degno di uno sguardo e vado a parlare col mio caro amico Giulio "trenta denari" Zasso, giornalista universalmente rispettato ed apprezzato per la sua lealtà. Una mosca bianca nello sporco mondo della carta stampata. Ci intratteniamo un pò a parlare di musica usando a sproposito termini di moda e senza senso tipo ambient, chill out e smooth house mentre la serata arriva al culmine con Andrea Massidda, un signore sulla quarantina che ha preso il posto del malaticcio di prima. Dicono fosse famoso negli anni '90 anche se non risulta abbia mai suonato da Spazio Newton il giovedi. Anche lui non mette "F**k it". Mi sto annoiando. Vado alla Rotondina. Anche perchè qui, a parte qualche bel ragazzone tipo Andrea Sanguinetti e Alessandro Podda, si sta riempendo di gente con i sandaletti indiani e la barba lunga alla Samuele Viana.
Dov'è finita la Cagliari bene, tutta droga, sesso e soldi, magistralmente immortalata nelle finte interviste al Tennis Club di qualche hanno fa?


Varie espressioni artistiche cittadine (giovani)

La nostra ultima serata off prima della consacrazione definitiva...
Il titolo dell'invito è una citazione dell'intervista delirante rilasciata da Alessio Alias a Rai3 in occasione di una rassegna di cortometraggi.


LINEA NOTTURNA
Giovedi 24 Giugno ore 23.00
Andrea Massidda + Foxi + Daddy DJ Set
Videoimprovvisazioni: ICS

Come promesso eccoci di nuovo, pronti a saltare sul carro del vincitore in cambio di un posto da dj alla Regione.
Tra l'altro, vista la presenza del Governatore (5 minuti abbondanti) alla nostra performance di Marina Cafè Noir, possiamo considerarlo a pieno titolo uno dei nostri più grandi estimatori. C'è chi ha resistito molto meno.
Comunque, se avesse vinto l'altro, avevamo già pronto uno slogan alternativo ("la forza dei funky").
Dato che questa potrebbe essere la nostra ultima marchetta al chiuso della stagione, almeno fateci fare una bella figura.
Per una sera rinunciate a farvi rapinare per una birra in piazzetta (5 euro) o rotondina (6 euro) e rinchiudetevi con noi nel confort di un locale climatizzato dai prezzi ragionevoli ad ascoltare un pò di musica come si deve.
Se la musica proprio non vi interessa ma vi piace sentirvi multimediali e di tendenza, l'astro nascente del cinema isolano vi delizierà con le sue deliranti manipolazioni video.
Introdurrà la serata il carismatico Alessio Alias, il quasi avvocato giovane dalla parte dei giovani, che, in un intervista di trenta secondi a RAI 3, grazie alla sua proprietà di linguaggio degna di un Bossi post ictus con accento sardo, è riuscito ad affossare un'intera manifestazione a cui decine di persone lavoravano da mesi. Quando si dice che uno buca il video.
Comunque vada usciremo a testa alta. Siamo più uomini noi che tutti i dj commerciali di Cagliari messi assieme.





Back to the crime scene

Quando quelli di Marina Cafè Noir già si vergognavano un pò di noi ma ci chiamavano ancora...



Marina Cafè Noir
Venerdi 18 giugno, da mezzanotte in poi all'Ampurias

La settimana scorsa è stata fitta di appuntamenti culturali di un certo rilievo: dalla nostra esibizione di Linea Notturna (per la gioia dei 5 dipendenti del locale e dell'unico avventore [Truzzu] che hanno avuto il privilegio di assistervi) all'addio al celibato di Maurilio, dove la brava (ma soprattutto economica) Tamara ha mostrato ad un pubblico di esperti e competenti appassionati alcune notevoli coreografie in cui è riuscita a coniugare brillantemente anni di studi classici con la più raffinata ed attuale dance music.
Anche questa settimana promette bene: Marina Cafè Noir (che ha già regalato momenti indimenticabili come la presentazione della rassegna di corti in falsetto da parte di uno spigliato Alessio Alias) e il matrimonio di Maurilio con acconciatura a sorpresa tengono banco.
E noi non potevamo mancare. Almeno a Marina Cafè Noir.


Per il matrimonio abbiamo dovuto cedere la scena ad una vecchia ma indimenticata gloria dei dancefloor campidanesi: Ivan Altea, l'unico dj che crede di vivere ancora nei primi anni '80. Infatti dai tempi del suoi clamorosi successi al Pinus (orrenda discoteca che per una serie di fortunate circostanze rimase l'unica aperta nel raggio di 250 Km in piena estate 1988) non ha cambiato di una virgola la sua (già all'epoca inquietante) scaletta, i cui pezzi forti erano costituiti da: Milli Vanilli (girl you know it's true...), Grease (tutta la colonna sonora lenti compresi) e U2 (Sunday bloody Sunday). Ma l'apice della serata era senza dubbio "La mia banda suona il rock" (brano giustamente rinnegato dallo stesso autore), quando, con un abile trucco da vecchia volpe delle piste, dj Altea a sorpresa abbassava completamente il volume della musica sul ritornello per far gridare ad una folla entusiasta "...è un rock...BAMBINO...". Un vero tamarro. In confronto DJ Ninuccio del Bounty può considerasi un audace sperimentatore.
Non ci rimane perciò che rifarci con Marina Cafè Noir dove per fortuna ci apprezzano sul serio, al punto che ci hanno inserito tra gli artisti ufficiali della rassegna nella sezione musicisti (?).
Perciò venerdi notte avremo l'onore di suonare per la seconda volta all'Ampurias per l'after hour ufficiale della rassegna . Ma questa volta ci porteremo la birra da casa.
Giovedi prossimo si replica da Linea Notturna in grande stile: Andrea Massidda + noi due + Ciccio de Virgilis (aka ICS) in veste di videomanipolatore, fiduciosi del fatto che questa volta il pubblico sarà più numeroso dei DJ sul palco.




Last minute

Un giorno imprecisato del Giugno 2004...il nostro esordio da Linea Notturna e l'inizio di una proficua collaborazione con dj Mash. Noi suoi fans dai tempi del Jazzino. Lui nostro fan da quelli di Frittopoli. Uno scambio di cortesie.


Finora, salvo rare (rarissime) eccezioni avete potuto ascoltarci solo in anfratti maleodoranti e malsani.
Dopo anni di dura gavetta, grazie all'intervento del nostro estimatore Andrea Massidda, abbiamo finalmente l'occasione di esibirci insieme in quella vera e propria Mecca del divertimento cagliaritano di Linea Notturna.
Dato che probabilmente ci cacceranno via subito, vi invitiamo vivamente a partecipare in massa.
Tanto c'è ancora troppo freddo per andare ai chioschi e avete tutta l'estate per godervi l'elettrizzante piazzetta dell'ExMa...
Ci scusiamo per lo scarso preavviso ma è stato organizzato tutto mezz'ora fa.

Share the passion!


Un ipocrita rigurgito di pauperismo pasoliniano e finta indignazione.


JAZZABUGLIO
Via Corte d'Appello (dietro il Libarium)
Venerdi 23 Aprile dalle 23.00
Foxi + Daddy DJ Set





Qualcosa finalmente si muove. I tempi sono ormai maturi per un suo prossimo avvento. Schiere di discepoli sono già in fibrillazione.
A maggio risorge dj Tiuva.
Per l'occasione avevamo pensato ad un tributo in grande stile.
Era in cantiere un invito intitolato Jesus Tiuva Superstar con il nostro idolo musicale nelle vesti del Messia e Foxi nel ruolo di Giuda, pronto a tradire il Verbo dell'etno jazz e suonare qualunque cosa in cambio di una bottiglia di Sambuca (che a occhio e croce costa anche meno di trenta denari).
Il paragone non vi sembri blasfemo: in fondo anche dj Tiuva ha i capelli lunghi, il pizzetto, più o meno tentatre anni, ma soprattutto ha rischiato più volte la cocifissione da parte di una folla inferocita dalle sue rivoluzionarie proposte musicali.
Qualcuno però ci ha preceduto.
Prima il Giornale di Belpietro con un istant book in cui si afferma che in fondo Gesù Cristo è di Forza Italia.
Poi Vanity Fair che ha allegato un'edizione dei Vangeli con la copertina zebrata griffata Roberto Cavalli.
Infine Mel Gibson e il suo capolavoro The Passion, un'opera sincera, espressione di una spiritualità profonda che trascende logiche puramente commerciali, e soprattutto coerente con l'impegno cristiano di cacciare i mercanti dal tempio. Molto coerente.
Infatti, come un qualunque prodotto della Disney che si rispetti, prevede gadget ufficiali del film tra cui raffinati gioielli a forma di chiodo, portachiavi con l'iscrizione I.N.R.I., custodie per Bibbia in finta pelle nei colori moda e (la nostra preferita...) una mug con le scene del supplizio. Per una colazione in allegria a soli $ 7.99.
Manca solo il "Last Dinner Menu" di MC Donalds a base di cheeseburger e pane azzimo.
Prima di essere freddati sotto casa da qualche intransigente esponente della frangia neocatecumenalcomunista della nostra mailing list (Alessio Alias ndr) precisiamo che (quasi) tutto quello che abbiamo scritto è vero.
Se volete verificare di persona:
http://www.sharethepassionofthechrist.com/

Questa volta, superati in creatività e buon gusto, non ci resta che ammettere la nostra sconfitta e ripiegare su qualcosa di meno impegnativo: Jimi Hendrix, la psichedelia, gli anni '70, la pop art ... insomma il nostro solito repertorio.


"...and the wind cries Tiuva"

La Cina è vicina

Missing Tiuva.
Married, causa paternità, cambiò in nome d'arte in Daddy.
Fu quella sera che un'avventrice pronunciò l'enigmatica frase "...con questo passaggio mi hai lasciato come si suol dire...a cazzo dritto"


Jazzabuglio
Via Corte D'Appello (dietro il Libarium)
Venerdi 27 febbraio dalle 23.00
Foxi + Daddy DJ set
v.s.g. DJ Nakes (Milano, Italy)

Nella nostra città i professionisti del mixer se la passano tutti piuttosto bene.
Macchinone, maglietta nera aderente in lycra comprata da Volontè, taglio di capelli trendy caratterizzato da ciuffetti scolpiti col gel, cuffie con inserti in platino da un miliardo, groupies adoranti pronte a reggere il loro gin tonic per l'intera serata ... e comunque se non hanno la cassa spia loro non lavorano. Perchè?
La risposta è semplice: questi DJ piacciono alla "ggente" come i programmi di Maria De Filippi.
Disquisiscono di tech house di Miami, si vantano dei loro vinili white label d'importazione, ma dopo un quarto d'ora di serata, appena il solito minaccioso gruppetto di tarri inizia a rumoreggiare "Basta con questa musica di merda! Stronzo, facci ballare" ecco saltar fuori la compilation latina masterizzata (Los hits quarenta) con il remix di Obsesion e Papi Chulo. Una volta entrati nel tunnel non si torna più indietro: la serata scivola sempre più in basso fino a Dancemania XVI...Gabry Ponte, Prezioso, Gigi D'Agostino, Molella.
Spesso nelle loro performance sono affiancati da un vocalist pronto a portare una salutare ventata di cultura "Dai raga, voglio vedervi su con quelle mani! " (???).
Molti ma non tutti.
Sicuramente uno no.
Una volta abbiamo visto un uomo che ha reagito agli insulti suonando "Lavori domestici" di Enrico Rava.12 minuti e mezzo di free jazz. Inascoltabile dall'inizio alla fine. Una scelta pagata a caro prezzo. Fu la sua ultima serata.
Ma da quel giorno per noi le cose non sono state più le stesse. Una sorta di 11 settembre interiore.
Quell'uomo, che arrivava con i suoi CD assurdi in una busta dell'IPERPAN o in una valigetta da medico condotto in simil pelle, è andato via. Questa città provinciale e rozza non era pronta ad accettarlo, ma il suo sacrificio non è stato vano.
Lo spirito di dj Tiuva rivive una volta al mese al Jazzabuglio nel nostro DJ set.
E senza dj Tiuva ad indicare la strada, oggi non esisterebbe nemmeno la nostra nuova guest star dj Nakes che ha sviluppato il concetto di libertà artistica fino alle sue estreme conseguenze: praticamente mette dischi a caso senza capire un cazzo di musica (anche se ultimamente si fa un pò influenzare dalle copertine). Un vero genio. Neo dadaismo musicale allo stato puro. Il Sid Vicious dei piatti. Dieci anni avanti. Lo rivaluterete postumo come Totò. Non ve lo meritate.

Jazzabuglio: perché quando non ti caga nessuno non ti resta che sentirti migliore di lui.